di Mattia Pescitelli
NC-318
01.07.2025
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Luglio, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese e appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
1 Luglio. Ciao America! (1968) e Hi Mom! (1970) di Brian De Palma
Difficile trovare un film che riesca a fotografare una società in cambiamento in maniera più precisa di Ciao America!, uno dei primi lungometraggi di Brian De Palma. Dalla regia alla messinscena, pare che il futuro autore abbia trovato una macchina del tempo e viaggiato in avanti di decenni prima di girare quello che è l’embrione della società che ci troviamo a vivere oggi, una fatta di lussi a buon mercato, lascivia senza rimorso, voyeurismo sfrenato, “siti” di incontri e una diserzione generale per le idee dei nostri padri in un mondo patriarcale. Discontento sessantottino vittima di un governo-truffa che nasconde ai propri cittadini le sue intenzioni sotto forma di una propaganda spicciola che sottovaluta la portata della mente libera e pensante. Forse quello che siamo oggi lo eravamo già ieri, ma possibile che solo De Palma se ne sia accorto con così largo anticipo, riuscendo a leggere la situazione geopolitica e socioculturale come se stesse attingendo da un libro di testo? Da un esordiente, sicuramente, non te lo aspetti, soprattutto se riesce a farti passare tutta quella marea di informazioni mentre hai le lacrime agli occhi dalle risate. Fondamentale anche solo per vedere un giovanissimo Robert De Niro cucirsi addosso il volto che gli varrà una carriera di successi. E non vi scordate del seguito, Hi Mom!, assolutamente da non perdere, dove vengono esaltati e approfonditi tutti i temi già esplorati e molto oltre con un’arguzia ancora più pungente, nonché una regia che comincia a mostrare le capacità del pezzo da novanta della New Hollywood.
Entrambi disponibili su Plex e Raro Video.
4 Luglio. Nato il quattro luglio (1989) di Oliver Stone
Quando esistono film che si legano in modo tale a una data specifica è difficile che non vengano in mente quando si deve andare a calendarizzare una dieta cinematografica. Nato il quattro luglio è il rinnegamento fatto film. Un americano nato il giorno più americano dell’anno nell’epoca più americana che il mondo abbia mai visto. Il film di Oliver Stone (come tutta la sua filmografia) esplora le grandi contraddizioni statunitensi e l’incrinatura della percezione del reale da parte di chi crede di essere nel giusto perché è tutto ciò che gli è sempre stato detto, in maniera diretta e indiretta. La storia di Ron Kovic (icona pubblica realmente esistita, tra l’altro) segue la traiettoria dell’elaborazione del lutto. Assieme alle sue capacità motorie, il personaggio interpretato da Tom Cruise perde di colpo la mascolinità, l’identità e la percezione del mondo che ha attorno. Menomato dalla vita, deve trovare nuovi modi per dialogare con la realtà che lo circonda, una fatta di brutalità, ingiustizie e guerre sporche. Un film seminale che punta un faro sull’instabilità socio-politica che smuove il cuore d’America ancora oggi.
Disponibile su Now TV e noleggiabile su Amazon Prime Video, RaiPlay, Arte, Rakuten TV, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
9 luglio. Tucker: un uomo e il suo sogno (1988) di Francis Ford Coppola
Forse uno dei lavori meno conosciuti e apprezzati di Coppola, eppure è uno spettacolo per gli occhi come pochi altri, merito della fotografia di un Vittorio Storaro in stato di grazia. Tucker parla del sogno di un uomo che è anche il sogno di un’America disillusa, ma che non si perde mai d’animo e continua a testa bassa lungo il suo percorso, pronta ad affrontare qualsiasi ostacolo. La lotta di Preston Tucker è quella millenaria tra cittadino e Stato, pesce piccolo e grandi squali finanziari, che nella “terra dei liberi” si è fatta ancora più mastodontica e all’ordine del giorno. C’è tutto l'orgoglio di un’identità nazionale incrinata, vacillante ma mai perduta, che ha sotteso la produzione del maestro del cinema durante tutto il periodo di insicurezza a capo dell’American Zoetrope a cavallo tra anni Settanta e Ottanta.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su You Tube e Apple TV.
12 luglio. Il mistero dei templari (2004) di Jon Turteltaub
Con questa afa e questo caldo, sudare sette camicie con Indy non è il massimo. Ma l’avventura chiama e da qualche parte si dovrà pur andare a parare. Un bel refrigerio ce lo porta la sequenza iniziale de Il mistero dei templari, primo capitolo di una serie cinematografica che per ora ha all’attivo un seguito e una serie tv, che però pecca di tutto il fascino dell’originale, ovvero della totale follia performativa di Nicolas Cage e della sua alchimia con tutto il resto del cast che vanta i nomi di Diane Kruger, Justin Bartha, Jon Voight, Harvey Keitel e un biondissimo Sean Bean. Un viaggio incredibile che scava fino alle radici della storia degli Stati Uniti, quella, ovviamente, che fa comodo raccontare. Interessante da vedere senza un pensiero che passi per la testa come anche analizzando il formidabile sottotesto patriottico che infonde l’intera pellicola, la cui produzione sotto l’egida di mamma Disney post-2001 dà molto a cui pensare.
Disponibile in streaming su Disney + e noleggiabile su You Tube, Google Play Film, Apple TV, Amazon Prime Video, Tim Vision, Rakuten TV.
14 luglio. Cattive acque (2019) di Todd Haynes
C’è una certa inquietudine di fondo nel modo in cui Todd Haynes mette in scena le storie dei suoi film, e Cattive acque senz’altro è uno di quelli in cui questo aspetto emerge maggiormente. Nella sua relativa semplicità di racconto nato da fatti realmente accaduti, la pellicola ci immerge in un mondo in cui non vorremmo mai vivere, dove il popolo è lasciato alla mercé del degrado fisico e mentale. Sta a un investigatore improvvisato, l’avvocato Robert Bilott, trovare l’assassino invisibile che sta affliggendo un’intera comunità rurale e smascherare il complotto alle sue spalle, più grande di quanto potesse immaginare. Haynes, spalleggiato dall’interpretazione incredibile di Mark Ruffalo, è riuscito a mettere in scena un film dell’orrore senza mostro che spaventa fino al midollo perché ci tocca particolarmente da vicino, entra nelle nostre case e si insinua nelle nostre cucine, silenzioso. Altro grande tassello di ciò che l’etica capitalistica filo-statunitense è disposta a fare pur di trarre profitto da una situazione particolarmente vantaggiosa per il “benessere” del proprio giardino.
Disponibile in streaming su Now TV. Rakuten TV, You Tube, Amazon Prime Video, Google Play Film e Apple TV.
18 luglio. La rabbia giovane (1973) di Terrence Malick
Terrence Malik non dovrebbe aver bisogno di alcuna introduzione, ma forse il suo primo lungometraggio con protagonisti Martin Sheen e Sissy Spacek sì. Un film sul mito del fuorilegge americano, un’icona di fascino e mistero capace di ammaliare anche i suoi inseguitori. Con la sua austera penna cinematografica (una traccia di quello che dimostrerà di essere in grado di fare nei suoi lavori più maturi), il regista compone un poemetto che fa risaltare tutta la contraddizione di una società cresciuta con le leggende di Jesse James, Butch Cassidy e Billy the Kid. Ribelli da gioventù bruciata che seguono le ombre di un passato che fonda l’ideale americano, la libertà più assoluta di una società guerrafondaia e violenta, che non si fa scrupoli a inseguire il proprio sogno a colpi di fucile.
Noleggiabile su Apple TV, Google Play e Amazon Prime Video e CHILI.
20 luglio. All the Beauty and the Bloodshed (2022) di Laura Poitras
La carriera di Nan Goldin ha cambiato la percezione di una generazione attraverso i suoi scatti iconici e la sua attività di protesta contro i mali perpetrati dalla nazione sotto la cui bandiera è nata. Il documentario di Laura Poitras (che nel 2023 ha sfiorato la statuetta più ambita, ma ha domato il Leone d’oro di Venezia), va ad analizzare proprio questo binomio che ha sempre contraddistinto la vita dell’artista: fotografia e attivismo. Il film non è tanto uno spaccato della sua esistenza, quanto quello di una società portata al punto di rottura da uno Stato a cui interessa unicamente capitalizzare, il che ci aiuta a comprendere certe dinamiche del sistema americano che spesso passano inosservate, pur trovandosi sotto gli occhi di tutti.
Disponibile su IWONDERFULL e Now TV e noleggiabile su Amazon Prime Video, CHILI, You Tube e Google Play Film.
24 luglio. Jarhead (2005) di Sam Mendes
Caldo, caldissimo. Il deserto chiama, ma non risponde quando interpellato. Militari in uniforme mimetica si fanno strada tra le dune. Il cielo è nero. I pozzi di petrolio bruciano. Lungo la strada i cadaveri di una guerra già combattuta. Desert Storm la chiamarono, un’operazione che avrebbe dato grande lustro al comando militare USA dopo l’onta del Vietnam che a quindici anni di distanza ancora non accennava a lavarsi dal vessillo a stelle e strisce. Soldati su soldati pronti a morire per il proprio paese, a battersi, a penetrare con la loro libertà i corpi del nemico. Eppure, dietro la duna non c’è altro che una grande festa. Che si trattasse solo di un abbaglio? Un film di guerra come nessun altro, firmato dall’incredibile sodalizio tra Sam Mendes e Roger Deakins, che hanno ricreato le desolate distese dell’Iraq in maniera tale da far venire le escoriazioni anche solo a guardare quella sabbia rovente che brucia il volto di Jake Gyllenhaal.
Noleggiabile su Google Play Film, Apple TV, Rakuten TV e Amazon Prime Video.
28 luglio. Un sogno chiamato Florida (2017) di Sean Baker
Prima di lasciare il mondo a bocca aperta con Anora, Sean Baker si era già rivelato un regista icastico per il cinema indipendente. Alla Festa del Cinema di Roma (invitato per presentare Red Rocket, altra piccola gemma passata sotto il radar di molti), durante una conferenza stampa dove c’eravamo io e il personale di servizio, Baker ha parlato di come Un sogno chiamato Florida fosse stato criticato per il modo in cui aveva scelto di chiudere il film, usufruendo di una telecamera digitale a basso costo per immortalare gli ultimi fotogrammi di una fiaba sulla quale aleggia un incubo che non si palesa mai, ma la cui presenza è incessante. Proprio quegli ultimi istanti danno estrema coerenza al film e racchiudono un po’ tutto ciò che voleva raccontare con la storia di questa ragazzina che vive in un motel alle pendici di un mondo incantato fatto di cartapesta e compensato. Tutto il rosa posticcio dei sogni arenati nello “Stato dei pensionati” portato in vita dalla sensazionale principessa del reame Brooklynn Prince e dallo stregone di corte Willem Dafoe.
Disponibile su Mubi e Rai Play e noleggiabile su You Tube, Apple TV, Google Play Film e Rakuten TV.
30 luglio. Svalvolati on the road (2007) di Walt Becker
L’ultimo giorno prima di agosto, prima che il sole ci sciolga definitivamente. Tanto vale andarsene con una grassa risata! Svalvolati on the road è un film difficile da spiegare, nonostante sia così semplice sotto ogni punto di vista. Quattro uomini di mezza età (John Travolta, Tim Allen, Martin Lawrence e William H. Macy) decidono di attraversare il paese in moto per arrivare alle splendenti spiagge della West Coast. Un viaggio da nulla, una ragazzata prima della senilità. Tutto il contrario! L’avventura prende presto una piega inaspettata che non lascia scampo alla ricerca di una mascolinità perduta da una generazione che non si sente più “virile”. Per essere una commedia da botteghino fa scaturire tutta una serie di riflessioni che mettono il film sul filo del rasoio tra la necessità di compiacere un pubblico testosteronico che non si vuole vedere svilito e una critica (forse anche inconsapevole) all’ideale del “vero uomo” tanto agognata dai suoi protagonisti e dagli spettatori che vi ci si identificano. Colonna sonora da urlo e anche un po’ di Easy Rider, ma non vi vogliamo rovinare la sorpresa.
Noleggiabile su Apple TV, Google Play, Microsoft Store, Amazon Prime Video e You Tube.
di Mattia Pescitelli
NC-318
01.07.2025
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Luglio, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese e appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
1 Luglio. Ciao America! (1968) e Hi Mom! (1970) di Brian De Palma
Difficile trovare un film che riesca a fotografare una società in cambiamento in maniera più precisa di Ciao America!, uno dei primi lungometraggi di Brian De Palma. Dalla regia alla messinscena, pare che il futuro autore abbia trovato una macchina del tempo e viaggiato in avanti di decenni prima di girare quello che è l’embrione della società che ci troviamo a vivere oggi, una fatta di lussi a buon mercato, lascivia senza rimorso, voyeurismo sfrenato, “siti” di incontri e una diserzione generale per le idee dei nostri padri in un mondo patriarcale. Discontento sessantottino vittima di un governo-truffa che nasconde ai propri cittadini le sue intenzioni sotto forma di una propaganda spicciola che sottovaluta la portata della mente libera e pensante. Forse quello che siamo oggi lo eravamo già ieri, ma possibile che solo De Palma se ne sia accorto con così largo anticipo, riuscendo a leggere la situazione geopolitica e socioculturale come se stesse attingendo da un libro di testo? Da un esordiente, sicuramente, non te lo aspetti, soprattutto se riesce a farti passare tutta quella marea di informazioni mentre hai le lacrime agli occhi dalle risate. Fondamentale anche solo per vedere un giovanissimo Robert De Niro cucirsi addosso il volto che gli varrà una carriera di successi. E non vi scordate del seguito, Hi Mom!, assolutamente da non perdere, dove vengono esaltati e approfonditi tutti i temi già esplorati e molto oltre con un’arguzia ancora più pungente, nonché una regia che comincia a mostrare le capacità del pezzo da novanta della New Hollywood.
Entrambi disponibili su Plex e Raro Video.
4 Luglio. Nato il quattro luglio (1989) di Oliver Stone
Quando esistono film che si legano in modo tale a una data specifica è difficile che non vengano in mente quando si deve andare a calendarizzare una dieta cinematografica. Nato il quattro luglio è il rinnegamento fatto film. Un americano nato il giorno più americano dell’anno nell’epoca più americana che il mondo abbia mai visto. Il film di Oliver Stone (come tutta la sua filmografia) esplora le grandi contraddizioni statunitensi e l’incrinatura della percezione del reale da parte di chi crede di essere nel giusto perché è tutto ciò che gli è sempre stato detto, in maniera diretta e indiretta. La storia di Ron Kovic (icona pubblica realmente esistita, tra l’altro) segue la traiettoria dell’elaborazione del lutto. Assieme alle sue capacità motorie, il personaggio interpretato da Tom Cruise perde di colpo la mascolinità, l’identità e la percezione del mondo che ha attorno. Menomato dalla vita, deve trovare nuovi modi per dialogare con la realtà che lo circonda, una fatta di brutalità, ingiustizie e guerre sporche. Un film seminale che punta un faro sull’instabilità socio-politica che smuove il cuore d’America ancora oggi.
Disponibile su Now TV e noleggiabile su Amazon Prime Video, RaiPlay, Arte, Rakuten TV, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
9 luglio. Tucker: un uomo e il suo sogno (1988) di Francis Ford Coppola
Forse uno dei lavori meno conosciuti e apprezzati di Coppola, eppure è uno spettacolo per gli occhi come pochi altri, merito della fotografia di un Vittorio Storaro in stato di grazia. Tucker parla del sogno di un uomo che è anche il sogno di un’America disillusa, ma che non si perde mai d’animo e continua a testa bassa lungo il suo percorso, pronta ad affrontare qualsiasi ostacolo. La lotta di Preston Tucker è quella millenaria tra cittadino e Stato, pesce piccolo e grandi squali finanziari, che nella “terra dei liberi” si è fatta ancora più mastodontica e all’ordine del giorno. C’è tutto l'orgoglio di un’identità nazionale incrinata, vacillante ma mai perduta, che ha sotteso la produzione del maestro del cinema durante tutto il periodo di insicurezza a capo dell’American Zoetrope a cavallo tra anni Settanta e Ottanta.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su You Tube e Apple TV.
12 luglio. Il mistero dei templari (2004) di Jon Turteltaub
Con questa afa e questo caldo, sudare sette camicie con Indy non è il massimo. Ma l’avventura chiama e da qualche parte si dovrà pur andare a parare. Un bel refrigerio ce lo porta la sequenza iniziale de Il mistero dei templari, primo capitolo di una serie cinematografica che per ora ha all’attivo un seguito e una serie tv, che però pecca di tutto il fascino dell’originale, ovvero della totale follia performativa di Nicolas Cage e della sua alchimia con tutto il resto del cast che vanta i nomi di Diane Kruger, Justin Bartha, Jon Voight, Harvey Keitel e un biondissimo Sean Bean. Un viaggio incredibile che scava fino alle radici della storia degli Stati Uniti, quella, ovviamente, che fa comodo raccontare. Interessante da vedere senza un pensiero che passi per la testa come anche analizzando il formidabile sottotesto patriottico che infonde l’intera pellicola, la cui produzione sotto l’egida di mamma Disney post-2001 dà molto a cui pensare.
Disponibile in streaming su Disney + e noleggiabile su You Tube, Google Play Film, Apple TV, Amazon Prime Video, Tim Vision, Rakuten TV.
14 luglio. Cattive acque (2019) di Todd Haynes
C’è una certa inquietudine di fondo nel modo in cui Todd Haynes mette in scena le storie dei suoi film, e Cattive acque senz’altro è uno di quelli in cui questo aspetto emerge maggiormente. Nella sua relativa semplicità di racconto nato da fatti realmente accaduti, la pellicola ci immerge in un mondo in cui non vorremmo mai vivere, dove il popolo è lasciato alla mercé del degrado fisico e mentale. Sta a un investigatore improvvisato, l’avvocato Robert Bilott, trovare l’assassino invisibile che sta affliggendo un’intera comunità rurale e smascherare il complotto alle sue spalle, più grande di quanto potesse immaginare. Haynes, spalleggiato dall’interpretazione incredibile di Mark Ruffalo, è riuscito a mettere in scena un film dell’orrore senza mostro che spaventa fino al midollo perché ci tocca particolarmente da vicino, entra nelle nostre case e si insinua nelle nostre cucine, silenzioso. Altro grande tassello di ciò che l’etica capitalistica filo-statunitense è disposta a fare pur di trarre profitto da una situazione particolarmente vantaggiosa per il “benessere” del proprio giardino.
Disponibile in streaming su Now TV. Rakuten TV, You Tube, Amazon Prime Video, Google Play Film e Apple TV.
18 luglio. La rabbia giovane (1973) di Terrence Malick
Terrence Malik non dovrebbe aver bisogno di alcuna introduzione, ma forse il suo primo lungometraggio con protagonisti Martin Sheen e Sissy Spacek sì. Un film sul mito del fuorilegge americano, un’icona di fascino e mistero capace di ammaliare anche i suoi inseguitori. Con la sua austera penna cinematografica (una traccia di quello che dimostrerà di essere in grado di fare nei suoi lavori più maturi), il regista compone un poemetto che fa risaltare tutta la contraddizione di una società cresciuta con le leggende di Jesse James, Butch Cassidy e Billy the Kid. Ribelli da gioventù bruciata che seguono le ombre di un passato che fonda l’ideale americano, la libertà più assoluta di una società guerrafondaia e violenta, che non si fa scrupoli a inseguire il proprio sogno a colpi di fucile.
Noleggiabile su Apple TV, Google Play e Amazon Prime Video e CHILI.
20 luglio. All the Beauty and the Bloodshed (2022) di Laura Poitras
La carriera di Nan Goldin ha cambiato la percezione di una generazione attraverso i suoi scatti iconici e la sua attività di protesta contro i mali perpetrati dalla nazione sotto la cui bandiera è nata. Il documentario di Laura Poitras (che nel 2023 ha sfiorato la statuetta più ambita, ma ha domato il Leone d’oro di Venezia), va ad analizzare proprio questo binomio che ha sempre contraddistinto la vita dell’artista: fotografia e attivismo. Il film non è tanto uno spaccato della sua esistenza, quanto quello di una società portata al punto di rottura da uno Stato a cui interessa unicamente capitalizzare, il che ci aiuta a comprendere certe dinamiche del sistema americano che spesso passano inosservate, pur trovandosi sotto gli occhi di tutti.
Disponibile su IWONDERFULL e Now TV e noleggiabile su Amazon Prime Video, CHILI, You Tube e Google Play Film.
24 luglio. Jarhead (2005) di Sam Mendes
Caldo, caldissimo. Il deserto chiama, ma non risponde quando interpellato. Militari in uniforme mimetica si fanno strada tra le dune. Il cielo è nero. I pozzi di petrolio bruciano. Lungo la strada i cadaveri di una guerra già combattuta. Desert Storm la chiamarono, un’operazione che avrebbe dato grande lustro al comando militare USA dopo l’onta del Vietnam che a quindici anni di distanza ancora non accennava a lavarsi dal vessillo a stelle e strisce. Soldati su soldati pronti a morire per il proprio paese, a battersi, a penetrare con la loro libertà i corpi del nemico. Eppure, dietro la duna non c’è altro che una grande festa. Che si trattasse solo di un abbaglio? Un film di guerra come nessun altro, firmato dall’incredibile sodalizio tra Sam Mendes e Roger Deakins, che hanno ricreato le desolate distese dell’Iraq in maniera tale da far venire le escoriazioni anche solo a guardare quella sabbia rovente che brucia il volto di Jake Gyllenhaal.
Noleggiabile su Google Play Film, Apple TV, Rakuten TV e Amazon Prime Video.
28 luglio. Un sogno chiamato Florida (2017) di Sean Baker
Prima di lasciare il mondo a bocca aperta con Anora, Sean Baker si era già rivelato un regista icastico per il cinema indipendente. Alla Festa del Cinema di Roma (invitato per presentare Red Rocket, altra piccola gemma passata sotto il radar di molti), durante una conferenza stampa dove c’eravamo io e il personale di servizio, Baker ha parlato di come Un sogno chiamato Florida fosse stato criticato per il modo in cui aveva scelto di chiudere il film, usufruendo di una telecamera digitale a basso costo per immortalare gli ultimi fotogrammi di una fiaba sulla quale aleggia un incubo che non si palesa mai, ma la cui presenza è incessante. Proprio quegli ultimi istanti danno estrema coerenza al film e racchiudono un po’ tutto ciò che voleva raccontare con la storia di questa ragazzina che vive in un motel alle pendici di un mondo incantato fatto di cartapesta e compensato. Tutto il rosa posticcio dei sogni arenati nello “Stato dei pensionati” portato in vita dalla sensazionale principessa del reame Brooklynn Prince e dallo stregone di corte Willem Dafoe.
Disponibile su Mubi e Rai Play e noleggiabile su You Tube, Apple TV, Google Play Film e Rakuten TV.
30 luglio. Svalvolati on the road (2007) di Walt Becker
L’ultimo giorno prima di agosto, prima che il sole ci sciolga definitivamente. Tanto vale andarsene con una grassa risata! Svalvolati on the road è un film difficile da spiegare, nonostante sia così semplice sotto ogni punto di vista. Quattro uomini di mezza età (John Travolta, Tim Allen, Martin Lawrence e William H. Macy) decidono di attraversare il paese in moto per arrivare alle splendenti spiagge della West Coast. Un viaggio da nulla, una ragazzata prima della senilità. Tutto il contrario! L’avventura prende presto una piega inaspettata che non lascia scampo alla ricerca di una mascolinità perduta da una generazione che non si sente più “virile”. Per essere una commedia da botteghino fa scaturire tutta una serie di riflessioni che mettono il film sul filo del rasoio tra la necessità di compiacere un pubblico testosteronico che non si vuole vedere svilito e una critica (forse anche inconsapevole) all’ideale del “vero uomo” tanto agognata dai suoi protagonisti e dagli spettatori che vi ci si identificano. Colonna sonora da urlo e anche un po’ di Easy Rider, ma non vi vogliamo rovinare la sorpresa.
Noleggiabile su Apple TV, Google Play, Microsoft Store, Amazon Prime Video e You Tube.