
di Maurizio Encari
NC-359
01.11.2025
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Novembre, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese e appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
3 Novembre. O que arde (2019) di Oliver Laxe

Il terzo film del regista spagnolo Óliver Laxe si concentra sul ritorno di Amador Coro nella sua casa, situata nella regione montuosa galiziana di Ancares, in provincia di Lugo. L'uomo è appena uscito di prigione dopo aver scontato una pena per piromania. Ad accoglierlo ci sono l'anziana madre Benedicta e i suoi amati animali. Nonostante la quotidianità rurale sembri offrirgli un periodo di relativa pace, la diffidenza degli altri abitanti del villaggio è palpabile. La situazione precipita con un nuovo, distruttivo incendio che minaccia l'area. Prima dell'esplosivo deserto di Sirat (2025), Laxe affronta il tema del pregiudizio e della colpa, insistendo non soltanto sulla centralità del paesaggio ma anche sulla forza di un disastro naturale realmente accaduto. La messa in scena utilizza sequenze ad altissima tensione per immortalare magnificamente la potenza di questo fuoco distruttivo, affrontando la storia con un approccio che sfiora il cinema documentaristico ed è interpretata, non a caso, da attori non professionisti, essenziale e concisa nella sua breve durata di un'ora e venti minuti. Evitando retorica e melodrammi, il film colpisce dritto al cuore della vicenda e dei suoi personaggi con un'intensità minimalista e (pre)potente.
Disponibile su MyMoviesOne.
5 Novembre. Il cieco che non voleva vedere Titanic (2021) di Teemu Nikki

La storia di Jaakko, un uomo gravemente limitato dalla sclerosi multipla che lo ha costretto sulla sedia a rotelle e lo ha reso cieco. Ciò nonostante la sua grande passione per il cinema è l'unica luce nelle giornate monotone, un amore che condivide attraverso lunghe telefonate con Sirpa, un'amica anche lei malata e mai incontrata di persona. Quando scopre di aver vinto una considerevole somma di denaro online, Jaakko prende una decisione coraggiosa: raggiungere Sirpa per "vedere" insieme il film Titanic (1997). Nelle sue condizioni, intraprendere da solo un viaggio di tre ore, che include l'uso di taxi e treni, si rivela un'impresa estremamente ardua e piena di pericoli. Un dramma teso e carico di pura ansia, che spinge lo spettatore a immedesimarsi nel suo sfortunato protagonista, determinato a provare a se stesso che la vita merita ancora di essere vissuta. L'impatto emotivo è reso ancora più profondo dal fatto che l'attore protagonista è realmente affetto dagli stessi, debilitanti, problemi di salute. Il viaggio è intenso ed estraniante, con la telecamera che utilizza costantemente primi piani, sfocature e movimenti per simulare la non visione da parte di Jaakko. Questo espediente stilistico crea una profonda immedesimazione emotiva con la cruda e spietata realtà che lo circonda, una realtà segnata da difficoltà ma che, nonostante tutto, mantiene viva la promessa di una libertà a portata di mano.
Disponibile su IWONDERFULL e noleggiabile su Apple TV, Google Play Film, e You Tube .
10 Novembre. E ora dove andiamo? (2011) di Nadine Labaki

In un isolato villaggio tra le montagne libanesi, le comunità cristiane e musulmane convivono in armonia da generazioni, un legame particolarmente forte e solidale soprattutto tra le donne. Quando la violenza e l'odio iniziano a scuotere la nazione, minacciando di destabilizzare anche questo piccolo angolo di pace, sono proprio le madri e le mogli a mobilitarsi per soffocare sul nascere la rabbia e il desiderio di vendetta. Il loro tentativo di distrarre figli e mariti dalla crescente tensione include persino l'ingaggio di alcune ballerine originarie dell'Est-Europa. Nonostante i loro sforzi, però, l'atmosfera si fa sempre più tesa. Tornando alla regia (e anche davanti alla telecamera) dopo il meritato successo di Caramel (2007), Nadine Labaki dirige un film che oscilla abilmente tra commedia e dramma. L'opera esplora come i conflitti siano alimentati dal fanatismo religioso, di qualsiasi culto, e da una cultura patriarcale in cui la parola dell'uomo è dominante e spesso usata per offendere il prossimo. Con una piacevole prospettiva femminista, questo racconto agrodolce è arricchito da ispirati momenti musicali, unendo impegno sociale e leggerezza nel tentativo di abbattere il muro dell'integralismo.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su Rakuten TV.
13 Novembre. Survival Family (2016) di Shinobu Yaguchi

La routine della famiglia Suzuki - composta da padre, madre e due figli adolescenti - viene interrotta da un evento inaspettato: un blackout totale e inspiegabile ha paralizzato l'intera città. Ogni dispositivo elettrico e ogni mezzo di trasporto a motore è diventato improvvisamente inutilizzabile. Quella che inizialmente sembrava una breve interruzione si protrae a lungo, costringendo i Suzuki, e con loro altre centinaia di migliaia di persone, ad abbandonare la metropoli. La loro unica speranza di sopravvivenza risiede nel raggiungere la campagna e nell'adattarsi a una vita rurale, a stretto contatto con la natura. Il film diretto da Shinobu Yaguchi prende avvio con una premessa distopica all'insegna della leggerezza, per poi evolvere gradualmente verso atmosfere più cupe e cariche di tensione, giustificando appieno la componente "survival" del titolo. L'odissea di questa famiglia, catapultata in un mondo irriconoscibile dove la tecnologia è svanita, riportando la società a una potenziale "età della pietra", offre spunti di profonda umanità. Attraverso momenti più lievi e altri più amari, il regista esprime un chiaro intento satirico: criticare la società contemporanea, resa schiava dalle sue comodità e incapace di apprezzare ciò che dà per assodato.
Disponibile su CG Collection.
15 Novembre. Yannick (2023) di Quentin Dupieux

Nella sala di un piccolo teatro della periferia parigina, la compagnia "Le Cocu", composta da Sophie, Paul e William, è impegnata a mettere in scena la sua ultima commedia. Lo spettacolo viene però interrotto bruscamente da uno spettatore, un certo Yannick, che si presenta come il guardiano notturno di un parcheggio. L'uomo dichiara apertamente il suo forte disappunto per la "pessima" rappresentazione alla quale sta assistendo e ciò che inizia come una semplice discussione si evolve rapidamente in una situazione inaspettatamente tesa e paradossale. Quentin Dupieux utilizza l'ambientazione e le dinamiche teatrali come punto di partenza per una commedia del'assurdo, che sfida le convenzioni e le aspettative dello spettatore, sia questo seduto nella location del film o sul divano di casa propria. Come sul palco, i ruoli si invertono e il diritto alla critica sfocia in un incredibile stallo. Nonostante la tensione crescente, il film mantiene una sorprendente leggerezza. Il protagonista si muove abilmente tra le maschere di antagonista ed eroe per tutta la breve, ma incisiva, durata della visione, con un epilogo, intenzionalmente aperto, che lascia al pubblico il compito di immaginare la conclusione che maggiormente lo appaga.
Noleggiabile su IWONDERFULL.
18 Ottobre. Io e il ciclone (1928) di Charles Reisner

William Canfield Sr., noto a tutti come Steamboat Bill, è il capitano di un vecchio battello a vapore che deve vedersela con la feroce concorrenza di una nave più grande e moderna, di proprietà del ricco imprenditore locale John King. I due uomini si odiano cordialmente, ma le cose si complicano quando in città arrivano William Jr. e Kitty, i loro figli, giunti da Boston e, per ironia della sorte, innamorati l’uno dell’altra. Buster Keaton offre una delle sue prove più spettacolari, in un film che include anche la celebre scena dello stunt più pericoloso della sua carriera, sfiorando la tragedia per pochi centimetri. Pur partendo da una trama semplice, ovvero una storia d’amore contrastata dalla rivalità tra due padri testardi, la regia e la spettacolarità delle scene raggiungono livelli straordinari. Nella parte finale, dominata da un ciclone devastante ricreato con potenti macchine del vento e set distrutti dal vivo, Keaton dà vita a una sequenza che supera per intensità e realismo molti moderni film catastrofici.
Disponibile su Plex.
21 Novembre. All We Imagine as Light (2024) di Payal Kapadia

Prabha e Anu, entrambe infermiere provenienti dal Kerala, condividono lavoro e alloggio in un modesto appartamento di Mumbai. Prabha, la più matura, vive da tempo separata dal marito emigrato in Germania, con il quale ha perso ogni contatto. Anu, invece, più giovane e impulsiva, è coinvolta in una relazione con un ragazzo musulmano, osteggiata dalla sua famiglia induista per motivi sociali e religiosi. Sullo sfondo di una metropoli che ingloba tutto ma concede poco, si intrecciano le vite di due donne che cercano, con speranza e discrezione, un modo per emanciparsi: una tentando di lasciarsi alle spalle un passato incerto, l’altra difendendo un amore che molti giudicano inaccettabile. Vincitore del Grand Prix speciale della giuria a Cannes, il film di Payal Kapadia è un racconto delicato e intenso, capace di esplorare con sensibilità il mondo interiore delle protagoniste, pur con qualche momento di parziale lentezza. Le loro interpretazioni, tuttavia, rendono la narrazione autentica e profondamente toccante.
Noleggiaible su Apple TV e Amazon Prime Video.
25 Novembre. Il seme del fico sacro (2024) di Mohammad Rasoulof

Iran, oggi. Mentre nelle strade esplodono le proteste dei giovani contro il regime, con le ragazze in prima fila a reclamare libertà e diritti, Amin ottiene finalmente la promozione che attendeva: è diventato responsabile degli interrogatori, ruolo in cui la sua approvazione può determinare anche sentenze di morte. Le sue due figlie, però, sembrano simpatizzare con i manifestanti, e la moglie cerca in ogni modo di tenerle lontane dai disordini per non compromettere la reputazione della famiglia. Tutto cambia quando la pistola di servizio di Amin sparisce misteriosamente, innescando una spirale di tensione e sospetti. Il seme del fico sacro è un film urgente e potente, che parla con chiarezza di un Iran attraversato dalla rabbia e dal desiderio di cambiamento. Il suo tono diretto, a tratti didascalico, è giustificato dall’intensità del tema e dalla realtà che racconta. Il regista, costretto a fuggire dal proprio Paese dopo essere stato condannato, inserisce nel film autentiche riprese delle proteste di Teheran, mostrando pestaggi e omicidi che si alternano alla vita quotidiana di una famiglia sempre più divisa. Girato in gran parte in segreto tra le mura domestiche, il film costruisce una tensione crescente fino al drammatico epilogo, denunciando le contraddizioni di una società patriarcale e religiosa, dove la speranza di cambiamento risiede nel coraggio delle donne e delle nuove generazioni.
Disponibile su NOW.
27 Novembre. Gli ingannati (1972) di Tewfik Saleh

Dieci anni dopo la Nakba, l’esodo forzato del popolo palestinese del 1948, tre uomini rifugiatisi in Iraq cercano di raggiungere il Kuwait: uno spera di trovare lavoro per sostenere la propria famiglia, un altro è in fuga, un terzo vive braccato. Durante il viaggio incontrano un autista segnato da una tragedia personale, che accetta, in cambio di denaro, di aiutarli a passare clandestinamente il confine. Ispirato al romanzo Uomini sotto il sole di Ghassan Kanafani, il film è un dramma intenso e teso, che nella sua parte finale ricorda Vite vendute (1952), pur trasportando un carico ben diverso. Attraverso il destino di quattro uomini, la storia riflette con realismo e dolore su una situazione mediorientale ancora irrisolta, dove la sopravvivenza si misura contro la durezza del deserto e l’oppressione di un sistema immutato. Il caldo, opprimente e implacabile, diventa simbolo del destino di un popolo costretto a vivere senza una patria. Un’opera essenziale e toccante, capace di condensare in poche immagini la disperazione e la dignità di chi continua a cercare una terra da chiamare casa.
Disponibile su RaiPlay.
31 Novembre. Madre (2019) di Rodrigo Sorogoyen

È passato ormai un decennio da quando Elena ha perso ogni traccia del figlio di sei anni, scomparso durante una vacanza con il padre su una spiaggia del sud-ovest della Francia. Segnata da quel dolore mai superato, la donna si è trasferita poco distante dal luogo della sparizione, a Vieux-Boucau-les-Bains, dove lavora come barista in un locale sul mare. Un giorno, però, la sua vita viene nuovamente sconvolta: è convinta di riconoscere in un giovane il figlio perduto, e tra i due nasce un legame ambiguo e disturbante. Il film si apre con una sequenza di altissima tensione, incentrata su una telefonata angosciante tra madre e figlio che fissa da subito il tono emotivo dell’opera. Da quel momento, già contestualizzato in un precedente cortometraggio, il racconto segue la lenta discesa di Elena nel dolore e nella confusione, tra senso di colpa, desiderio e illusione, mostrando quanto il tempo non basti a guarire certe ferite. Sorogoyen, espandendo un suo precedente cortometraggio, costruisce un dramma intimo e inquietante, che esplora con autenticità e coraggio le zone più oscure della perdita. Marta Nieto, straordinaria protagonista, regge l’intero film con un’intensità rara, guidando lo spettatore attraverso un percorso di dolore, smarrimento e possibile redenzione.
Disponibile su Amazon Prime Video.
di Maurizio Encari
NC-359
01.11.2025
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Novembre, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese e appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
3 Novembre. O que arde (2019) di Oliver Laxe

Il terzo film del regista spagnolo Óliver Laxe si concentra sul ritorno di Amador Coro nella sua casa, situata nella regione montuosa galiziana di Ancares, in provincia di Lugo. L'uomo è appena uscito di prigione dopo aver scontato una pena per piromania. Ad accoglierlo ci sono l'anziana madre Benedicta e i suoi amati animali. Nonostante la quotidianità rurale sembri offrirgli un periodo di relativa pace, la diffidenza degli altri abitanti del villaggio è palpabile. La situazione precipita con un nuovo, distruttivo incendio che minaccia l'area. Prima dell'esplosivo deserto di Sirat (2025), Laxe affronta il tema del pregiudizio e della colpa, insistendo non soltanto sulla centralità del paesaggio ma anche sulla forza di un disastro naturale realmente accaduto. La messa in scena utilizza sequenze ad altissima tensione per immortalare magnificamente la potenza di questo fuoco distruttivo, affrontando la storia con un approccio che sfiora il cinema documentaristico ed è interpretata, non a caso, da attori non professionisti, essenziale e concisa nella sua breve durata di un'ora e venti minuti. Evitando retorica e melodrammi, il film colpisce dritto al cuore della vicenda e dei suoi personaggi con un'intensità minimalista e (pre)potente.
Disponibile su MyMoviesOne.
5 Novembre. Il cieco che non voleva vedere Titanic (2021) di Teemu Nikki

La storia di Jaakko, un uomo gravemente limitato dalla sclerosi multipla che lo ha costretto sulla sedia a rotelle e lo ha reso cieco. Ciò nonostante la sua grande passione per il cinema è l'unica luce nelle giornate monotone, un amore che condivide attraverso lunghe telefonate con Sirpa, un'amica anche lei malata e mai incontrata di persona. Quando scopre di aver vinto una considerevole somma di denaro online, Jaakko prende una decisione coraggiosa: raggiungere Sirpa per "vedere" insieme il film Titanic (1997). Nelle sue condizioni, intraprendere da solo un viaggio di tre ore, che include l'uso di taxi e treni, si rivela un'impresa estremamente ardua e piena di pericoli. Un dramma teso e carico di pura ansia, che spinge lo spettatore a immedesimarsi nel suo sfortunato protagonista, determinato a provare a se stesso che la vita merita ancora di essere vissuta. L'impatto emotivo è reso ancora più profondo dal fatto che l'attore protagonista è realmente affetto dagli stessi, debilitanti, problemi di salute. Il viaggio è intenso ed estraniante, con la telecamera che utilizza costantemente primi piani, sfocature e movimenti per simulare la non visione da parte di Jaakko. Questo espediente stilistico crea una profonda immedesimazione emotiva con la cruda e spietata realtà che lo circonda, una realtà segnata da difficoltà ma che, nonostante tutto, mantiene viva la promessa di una libertà a portata di mano.
Disponibile su IWONDERFULL e noleggiabile su Apple TV, Google Play Film, e You Tube .
10 Novembre. E ora dove andiamo? (2011) di Nadine Labaki

In un isolato villaggio tra le montagne libanesi, le comunità cristiane e musulmane convivono in armonia da generazioni, un legame particolarmente forte e solidale soprattutto tra le donne. Quando la violenza e l'odio iniziano a scuotere la nazione, minacciando di destabilizzare anche questo piccolo angolo di pace, sono proprio le madri e le mogli a mobilitarsi per soffocare sul nascere la rabbia e il desiderio di vendetta. Il loro tentativo di distrarre figli e mariti dalla crescente tensione include persino l'ingaggio di alcune ballerine originarie dell'Est-Europa. Nonostante i loro sforzi, però, l'atmosfera si fa sempre più tesa. Tornando alla regia (e anche davanti alla telecamera) dopo il meritato successo di Caramel (2007), Nadine Labaki dirige un film che oscilla abilmente tra commedia e dramma. L'opera esplora come i conflitti siano alimentati dal fanatismo religioso, di qualsiasi culto, e da una cultura patriarcale in cui la parola dell'uomo è dominante e spesso usata per offendere il prossimo. Con una piacevole prospettiva femminista, questo racconto agrodolce è arricchito da ispirati momenti musicali, unendo impegno sociale e leggerezza nel tentativo di abbattere il muro dell'integralismo.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su Rakuten TV.
13 Novembre. Survival Family (2016) di Shinobu Yaguchi

La routine della famiglia Suzuki - composta da padre, madre e due figli adolescenti - viene interrotta da un evento inaspettato: un blackout totale e inspiegabile ha paralizzato l'intera città. Ogni dispositivo elettrico e ogni mezzo di trasporto a motore è diventato improvvisamente inutilizzabile. Quella che inizialmente sembrava una breve interruzione si protrae a lungo, costringendo i Suzuki, e con loro altre centinaia di migliaia di persone, ad abbandonare la metropoli. La loro unica speranza di sopravvivenza risiede nel raggiungere la campagna e nell'adattarsi a una vita rurale, a stretto contatto con la natura. Il film diretto da Shinobu Yaguchi prende avvio con una premessa distopica all'insegna della leggerezza, per poi evolvere gradualmente verso atmosfere più cupe e cariche di tensione, giustificando appieno la componente "survival" del titolo. L'odissea di questa famiglia, catapultata in un mondo irriconoscibile dove la tecnologia è svanita, riportando la società a una potenziale "età della pietra", offre spunti di profonda umanità. Attraverso momenti più lievi e altri più amari, il regista esprime un chiaro intento satirico: criticare la società contemporanea, resa schiava dalle sue comodità e incapace di apprezzare ciò che dà per assodato.
Disponibile su CG Collection.
15 Novembre. Yannick (2023) di Quentin Dupieux

Nella sala di un piccolo teatro della periferia parigina, la compagnia "Le Cocu", composta da Sophie, Paul e William, è impegnata a mettere in scena la sua ultima commedia. Lo spettacolo viene però interrotto bruscamente da uno spettatore, un certo Yannick, che si presenta come il guardiano notturno di un parcheggio. L'uomo dichiara apertamente il suo forte disappunto per la "pessima" rappresentazione alla quale sta assistendo e ciò che inizia come una semplice discussione si evolve rapidamente in una situazione inaspettatamente tesa e paradossale. Quentin Dupieux utilizza l'ambientazione e le dinamiche teatrali come punto di partenza per una commedia del'assurdo, che sfida le convenzioni e le aspettative dello spettatore, sia questo seduto nella location del film o sul divano di casa propria. Come sul palco, i ruoli si invertono e il diritto alla critica sfocia in un incredibile stallo. Nonostante la tensione crescente, il film mantiene una sorprendente leggerezza. Il protagonista si muove abilmente tra le maschere di antagonista ed eroe per tutta la breve, ma incisiva, durata della visione, con un epilogo, intenzionalmente aperto, che lascia al pubblico il compito di immaginare la conclusione che maggiormente lo appaga.
Noleggiabile su IWONDERFULL.
18 Ottobre. Io e il ciclone (1928) di Charles Reisner

William Canfield Sr., noto a tutti come Steamboat Bill, è il capitano di un vecchio battello a vapore che deve vedersela con la feroce concorrenza di una nave più grande e moderna, di proprietà del ricco imprenditore locale John King. I due uomini si odiano cordialmente, ma le cose si complicano quando in città arrivano William Jr. e Kitty, i loro figli, giunti da Boston e, per ironia della sorte, innamorati l’uno dell’altra. Buster Keaton offre una delle sue prove più spettacolari, in un film che include anche la celebre scena dello stunt più pericoloso della sua carriera, sfiorando la tragedia per pochi centimetri. Pur partendo da una trama semplice, ovvero una storia d’amore contrastata dalla rivalità tra due padri testardi, la regia e la spettacolarità delle scene raggiungono livelli straordinari. Nella parte finale, dominata da un ciclone devastante ricreato con potenti macchine del vento e set distrutti dal vivo, Keaton dà vita a una sequenza che supera per intensità e realismo molti moderni film catastrofici.
Disponibile su Plex.
21 Novembre. All We Imagine as Light (2024) di Payal Kapadia

Prabha e Anu, entrambe infermiere provenienti dal Kerala, condividono lavoro e alloggio in un modesto appartamento di Mumbai. Prabha, la più matura, vive da tempo separata dal marito emigrato in Germania, con il quale ha perso ogni contatto. Anu, invece, più giovane e impulsiva, è coinvolta in una relazione con un ragazzo musulmano, osteggiata dalla sua famiglia induista per motivi sociali e religiosi. Sullo sfondo di una metropoli che ingloba tutto ma concede poco, si intrecciano le vite di due donne che cercano, con speranza e discrezione, un modo per emanciparsi: una tentando di lasciarsi alle spalle un passato incerto, l’altra difendendo un amore che molti giudicano inaccettabile. Vincitore del Grand Prix speciale della giuria a Cannes, il film di Payal Kapadia è un racconto delicato e intenso, capace di esplorare con sensibilità il mondo interiore delle protagoniste, pur con qualche momento di parziale lentezza. Le loro interpretazioni, tuttavia, rendono la narrazione autentica e profondamente toccante.
Noleggiaible su Apple TV e Amazon Prime Video.
25 Novembre. Il seme del fico sacro (2024) di Mohammad Rasoulof

Iran, oggi. Mentre nelle strade esplodono le proteste dei giovani contro il regime, con le ragazze in prima fila a reclamare libertà e diritti, Amin ottiene finalmente la promozione che attendeva: è diventato responsabile degli interrogatori, ruolo in cui la sua approvazione può determinare anche sentenze di morte. Le sue due figlie, però, sembrano simpatizzare con i manifestanti, e la moglie cerca in ogni modo di tenerle lontane dai disordini per non compromettere la reputazione della famiglia. Tutto cambia quando la pistola di servizio di Amin sparisce misteriosamente, innescando una spirale di tensione e sospetti. Il seme del fico sacro è un film urgente e potente, che parla con chiarezza di un Iran attraversato dalla rabbia e dal desiderio di cambiamento. Il suo tono diretto, a tratti didascalico, è giustificato dall’intensità del tema e dalla realtà che racconta. Il regista, costretto a fuggire dal proprio Paese dopo essere stato condannato, inserisce nel film autentiche riprese delle proteste di Teheran, mostrando pestaggi e omicidi che si alternano alla vita quotidiana di una famiglia sempre più divisa. Girato in gran parte in segreto tra le mura domestiche, il film costruisce una tensione crescente fino al drammatico epilogo, denunciando le contraddizioni di una società patriarcale e religiosa, dove la speranza di cambiamento risiede nel coraggio delle donne e delle nuove generazioni.
Disponibile su NOW.
27 Novembre. Gli ingannati (1972) di Tewfik Saleh

Dieci anni dopo la Nakba, l’esodo forzato del popolo palestinese del 1948, tre uomini rifugiatisi in Iraq cercano di raggiungere il Kuwait: uno spera di trovare lavoro per sostenere la propria famiglia, un altro è in fuga, un terzo vive braccato. Durante il viaggio incontrano un autista segnato da una tragedia personale, che accetta, in cambio di denaro, di aiutarli a passare clandestinamente il confine. Ispirato al romanzo Uomini sotto il sole di Ghassan Kanafani, il film è un dramma intenso e teso, che nella sua parte finale ricorda Vite vendute (1952), pur trasportando un carico ben diverso. Attraverso il destino di quattro uomini, la storia riflette con realismo e dolore su una situazione mediorientale ancora irrisolta, dove la sopravvivenza si misura contro la durezza del deserto e l’oppressione di un sistema immutato. Il caldo, opprimente e implacabile, diventa simbolo del destino di un popolo costretto a vivere senza una patria. Un’opera essenziale e toccante, capace di condensare in poche immagini la disperazione e la dignità di chi continua a cercare una terra da chiamare casa.
Disponibile su RaiPlay.
31 Novembre. Madre (2019) di Rodrigo Sorogoyen

È passato ormai un decennio da quando Elena ha perso ogni traccia del figlio di sei anni, scomparso durante una vacanza con il padre su una spiaggia del sud-ovest della Francia. Segnata da quel dolore mai superato, la donna si è trasferita poco distante dal luogo della sparizione, a Vieux-Boucau-les-Bains, dove lavora come barista in un locale sul mare. Un giorno, però, la sua vita viene nuovamente sconvolta: è convinta di riconoscere in un giovane il figlio perduto, e tra i due nasce un legame ambiguo e disturbante. Il film si apre con una sequenza di altissima tensione, incentrata su una telefonata angosciante tra madre e figlio che fissa da subito il tono emotivo dell’opera. Da quel momento, già contestualizzato in un precedente cortometraggio, il racconto segue la lenta discesa di Elena nel dolore e nella confusione, tra senso di colpa, desiderio e illusione, mostrando quanto il tempo non basti a guarire certe ferite. Sorogoyen, espandendo un suo precedente cortometraggio, costruisce un dramma intimo e inquietante, che esplora con autenticità e coraggio le zone più oscure della perdita. Marta Nieto, straordinaria protagonista, regge l’intero film con un’intensità rara, guidando lo spettatore attraverso un percorso di dolore, smarrimento e possibile redenzione.
Disponibile su Amazon Prime Video.