di Omar Franini
NC-267
23.01.2025
Lo scorso 17 gennaio è iniziata la quindicesima edizione del MyFrenchFilmFestival, manifestazione cinematografica interattiva dove il pubblico può guardare alcune delle opere francesi più chiacchierate degli ultimi anni. Il festival è stato creato da UniFrance quindici anni fa e continua tutt’oggi a rappresentare un ponte tra autori e cinefili di tutto il mondo - anche perché in diversi paesi questo appuntamento virtuale è, di fatto, l’unico modo per accedere alla visione di determinati film.
Venti opere sono state selezionate per questa edizione; dieci lungometraggi - nove nel concorso ufficiale (tra cui quattro opere prime) e un film classico francese - e dieci cortometraggi - nove nel concorso ufficiale ed un corto animato muto per il pubblico più giovane. Le tematiche affrontate in queste opere esplorano come il concetto di famiglia si sia evoluto nel corso degli anni, attraverso le ingiustizie sociali e la ricerca della propria identità. Quasi la metà di questi progetti è stato diretto o co-diretto da registe donne, il che dimostra la costante attenzione del festival nel fornire una piattaforma che presenti una pluralità di voci.
“MyFrenchFilmFestival rimane fedele a certi valori, come la condivisione, l’emancipazione e la creatività. In un mondo marcato da continue divisioni e incertezze, il festival promuove l’idea di fraternità, affermando il suo ruolo come mediatore culturale e ricordandoci che il cinema ha una potenza artistica in grado di creare una consapevolezza nella mente delle persone”. Sono state queste le parole di Daniela Elstner, direttrice esecutiva del festival, che hanno inaugurato la manifestazione e l’annuncio del programma.
Fino al 17 febbraio in Italia sarà possibile vedere alcuni dei film in programma tramite MyFrenchFilmFestival, Amazon Prime Video e MyMovies. I cortometraggi sono disponibili gratuitamente sul sito ufficiale dell’evento mentre per visionare i lungometraggi bisognerà andare sulle altre due piattaforme e scegliere se acquistare i film singolarmente o il pacchetto completo.
Il poster dell'edizione di quest'anno
Le fille de son père (2023) di Erwan Le Duc
Verranno assegnati quattro premi alla fine del festival: l’Audience Award al miglior cortometraggio e lungometraggio scelto dal pubblico sulla piattaforma del MyFrenchFilmFestival, un premio al Miglior Cortometraggio assegnato da una giuria formata da content creators e un riconoscimento al Miglior Lungometraggio scelto da un gruppo di giornalisti internazionali. Ed infine il Grand Prix du Jury, assegnato ad un lungometraggio che verrà accompagnato da una somma in denaro di quindicimila euro da dividere tra il produttore, il regista e l’agente di vendita. Quest’ultimo premio viene sempre assegnato da una giuria di attori/registi rinomati, quest’anno i nomi scelti per questo importante incarico sono stati quelli di Viggo Mortensen, Noémie Merlant, Zar Amir Ebrahimi, Tarik Saleh ed infine Andrey Zvyagintsev.
Per tale occasione abbiamo avuto il piacere di conversare brevemente con Tarik Saleh e Andrey Zvyagintsev, i quali ci hanno raccontato della loro esperienza all’interno della giuria e del loro legame con il cinema francese.
Tarik Saleh, parlando del Festival, ha affermato: “Credo sia molto interessante vedere molti film provenienti dallo stesso paese, ci ha permesso di avere una visione completa su come simili tematiche siano state affrontate diversamente a livello artistico. Questa esperienza ci ha trasformati in “cittadini” di quella Nazione per un istante”. Mentre il pluripremiato cineasta russo Andrey Zvyagintsev ha raccontato più nello specifico l’esperienza da giurato: “Anche se dovevamo scegliere un solo film su nove, l’esperienza si è rivelata piuttosto complessa, ma alla fine siamo riusciti a trovare un accordo sul vincitore, senza conflitti”. Il regista, vincitore del Leone d’Oro nel 2003 per Il Ritorno, ha poi proseguito la conversazione raccontando ulteriori dinamiche, “mi sono trovato bene all’interno di questa giuria e ho apprezzato molto la dedizione di Viggo Mortensen nel suo ruolo da giurato. Prima di prendere una decisione ci ha detto che aveva visto ogni film almeno due volte.”
Infine Zvyagintsev ha rimarcato, ancora una volta, l’importanza di trovare un parere all'unanimità, “in queste occasioni, paragonerei il lavoro da giurato svolto a quello di cinque atomi o gruppi atomici per formare una molecola. Abbiamo unito le nostre conoscenze, ideologie e background artistici per arrivare ad una decisione unica e concreta”.
Quitter la nuit (2023) di Delphine Girard
Quando abbiamo chiesto ai registi se ci fosse stato qualche film francese nello specifico che ha avuto un impatto sulla loro carriera o che li ha ispirati, entrambi ci hanno stupito con le loro risposte. In un primo momento non hanno citato opere francesi ma per lo più italiane, con Saleh che ci ha spiegato come la sua filmografia sia fortemente influenzata dal nostro cinema e di come situazioni di conflitto e di complotto presenti nei suoi film egiziani rispecchiano anche la realtà del nostro paese. Mentre Zvyagintsev ha elogiato per diversi minuti L’Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni e il linguaggio cinematografico rivoluzionario e “magico” del regista.
Alla fine entrambi hanno citato due grandi cineasti francofoni, Jean-Pierre Melville per Saleh, una scelta piuttosto consona se si prende in considerazione la sua intera opera, ed Éric Rohmer per Zvyagintsev, che ci ha colto di sorpresa, anche perché non è il primo regista che accosteremmo alla filmografia di questo regista.
Il MyFrenchFilmFestival costituisce una buona piattaforma per recuperare alcune interessanti opere francesi e la prossima settimana esploreremo più nel dettaglio il programma disponibile in Italia.
Mars Express (2023) di Jérémie Périn
di Omar Franini
NC-267
23.01.2025
Il poster dell'edizione di quest'anno
Lo scorso 17 gennaio è iniziata la quindicesima edizione del MyFrenchFilmFestival, manifestazione cinematografica interattiva dove il pubblico può guardare alcune delle opere francesi più chiacchierate degli ultimi anni. Il festival è stato creato da UniFrance quindici anni fa e continua tutt’oggi a rappresentare un ponte tra autori e cinefili di tutto il mondo - anche perché in diversi paesi questo appuntamento virtuale è, di fatto, l’unico modo per accedere alla visione di determinati film.
Venti opere sono state selezionate per questa edizione; dieci lungometraggi - nove nel concorso ufficiale (tra cui quattro opere prime) e un film classico francese - e dieci cortometraggi - nove nel concorso ufficiale ed un corto animato muto per il pubblico più giovane. Le tematiche affrontate in queste opere esplorano come il concetto di famiglia si sia evoluto nel corso degli anni, attraverso le ingiustizie sociali e la ricerca della propria identità. Quasi la metà di questi progetti è stato diretto o co-diretto da registe donne, il che dimostra la costante attenzione del festival nel fornire una piattaforma che presenti una pluralità di voci.
“MyFrenchFilmFestival rimane fedele a certi valori, come la condivisione, l’emancipazione e la creatività. In un mondo marcato da continue divisioni e incertezze, il festival promuove l’idea di fraternità, affermando il suo ruolo come mediatore culturale e ricordandoci che il cinema ha una potenza artistica in grado di creare una consapevolezza nella mente delle persone”. Sono state queste le parole di Daniela Elstner, direttrice esecutiva del festival, che hanno inaugurato la manifestazione e l’annuncio del programma.
Fino al 17 febbraio in Italia sarà possibile vedere alcuni dei film in programma tramite MyFrenchFilmFestival, Amazon Prime Video e MyMovies. I cortometraggi sono disponibili gratuitamente sul sito ufficiale dell’evento mentre per visionare i lungometraggi bisognerà andare sulle altre due piattaforme e scegliere se acquistare i film singolarmente o il pacchetto completo.
Le fille de son père (2023) di Erwan Le Duc
Verranno assegnati quattro premi alla fine del festival: l’Audience Award al miglior cortometraggio e lungometraggio scelto dal pubblico sulla piattaforma del MyFrenchFilmFestival, un premio al Miglior Cortometraggio assegnato da una giuria formata da content creators e un riconoscimento al Miglior Lungometraggio scelto da un gruppo di giornalisti internazionali. Ed infine il Grand Prix du Jury, assegnato ad un lungometraggio che verrà accompagnato da una somma in denaro di quindicimila euro da dividere tra il produttore, il regista e l’agente di vendita. Quest’ultimo premio viene sempre assegnato da una giuria di attori/registi rinomati, quest’anno i nomi scelti per questo importante incarico sono stati quelli di Viggo Mortensen, Noémie Merlant, Zar Amir Ebrahimi, Tarik Saleh ed infine Andrey Zvyagintsev.
Per tale occasione abbiamo avuto il piacere di conversare brevemente con Tarik Saleh e Andrey Zvyagintsev, i quali ci hanno raccontato della loro esperienza all’interno della giuria e del loro legame con il cinema francese.
Tarik Saleh, parlando del Festival, ha affermato: “Credo sia molto interessante vedere molti film provenienti dallo stesso paese, ci ha permesso di avere una visione completa su come simili tematiche siano state affrontate diversamente a livello artistico. Questa esperienza ci ha trasformati in “cittadini” di quella Nazione per un istante”. Mentre il pluripremiato cineasta russo Andrey Zvyagintsev ha raccontato più nello specifico l’esperienza da giurato: “Anche se dovevamo scegliere un solo film su nove, l’esperienza si è rivelata piuttosto complessa, ma alla fine siamo riusciti a trovare un accordo sul vincitore, senza conflitti”. Il regista, vincitore del Leone d’Oro nel 2003 per Il Ritorno, ha poi proseguito la conversazione raccontando ulteriori dinamiche, “mi sono trovato bene all’interno di questa giuria e ho apprezzato molto la dedizione di Viggo Mortensen nel suo ruolo da giurato. Prima di prendere una decisione ci ha detto che aveva visto ogni film almeno due volte.”
Infine Zvyagintsev ha rimarcato, ancora una volta, l’importanza di trovare un parere all'unanimità, “in queste occasioni, paragonerei il lavoro da giurato svolto a quello di cinque atomi o gruppi atomici per formare una molecola. Abbiamo unito le nostre conoscenze, ideologie e background artistici per arrivare ad una decisione unica e concreta”.
Quitter la nuit (2023) di Delphine Girard
Quando abbiamo chiesto ai registi se ci fosse stato qualche film francese nello specifico che ha avuto un impatto sulla loro carriera o che li ha ispirati, entrambi ci hanno stupito con le loro risposte. In un primo momento non hanno citato opere francesi ma per lo più italiane, con Saleh che ci ha spiegato come la sua filmografia sia fortemente influenzata dal nostro cinema e di come situazioni di conflitto e di complotto presenti nei suoi film egiziani rispecchiano anche la realtà del nostro paese. Mentre Zvyagintsev ha elogiato per diversi minuti L’Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni e il linguaggio cinematografico rivoluzionario e “magico” del regista.
Alla fine entrambi hanno citato due grandi cineasti francofoni, Jean-Pierre Melville per Saleh, una scelta piuttosto consona se si prende in considerazione la sua intera opera, ed Éric Rohmer per Zvyagintsev, che ci ha colto di sorpresa, anche perché non è il primo regista che accosteremmo alla filmografia di questo regista.
Il MyFrenchFilmFestival costituisce una buona piattaforma per recuperare alcune interessanti opere francesi e la prossima settimana esploreremo più nel dettaglio il programma disponibile in Italia.
Mars Express (2023) di Jérémie Périn