CB-02
26.06.2020
Il cinema di Carlo Sironi è un cinema dell'essenzialità. Nel suo film d'esordio Sole (2019) non ci sono gesti superflui o inquadrature di troppo, persino il linguaggio verbale è ridotto all'osso. Un'idea di cinema sobria, rigorosa, che ci porta direttamente al cuore dei personaggi.
Lo abbiamo intervistato per capire quali sono state le influenze che hanno spinto questo talentuoso regista romano (pluripremiato ai festival con i suoi cortometraggi) a prendere delle scelte così precise e coerenti per raccontare la sua storia. Ci ha raccontato del Giappone, del pudore orientale e della fotografia asettica di Todd Hido come principali coordinate dalle quali Sironi è partito per costruire l'universo di Sole.
Sironi è un regista che persegue un'idea di cinema pura, necessaria nel nostro panorama culturale. Il suo linguaggio si inserisce perfettamente nel quadro del cinema arthouse internazionale, in quel filone di film che vengono proposti ai festival di tutto il mondo e che negli ultimi anni, visti i cali degli incassi, è stato accusato di essere troppo elitario e distante dai gusti del grande pubblico.
Nell’arco dell’intervista, snocciolando l’argomento trattato nel film, la maternità surrogata, Sironi ribadisce quello che sembra già emergere dalla stessa visione della pellicola, ovvero la mancanza di una presa di posizione da parte dell’autore nei confronti della tematica affrontata. Il film tratta un argomento di grande importanza sociale per poi andare a raccontare una storia intima e universale.
TITOLO | DURATA | ANNO |
---|---|---|
Sole | 100' | 2019 |
Valparaiso | 20 min. | 2016 |
Cargo | 16 min | 2012 |
Sofia | 15 min | 2008 |
Clicca sul titolo per vedere il film
Fotografie di Brando Ghinzelli
CB-02
26.06.2020
Il cinema di Carlo Sironi è un cinema dell'essenzialità. Nel suo film d'esordio Sole (2019) non ci sono gesti superflui o inquadrature di troppo, persino il linguaggio verbale è ridotto all'osso. Un'idea di cinema sobria, rigorosa, che ci porta direttamente al cuore dei personaggi.
Lo abbiamo intervistato per capire quali sono state le influenze che hanno spinto questo talentuoso regista romano (pluripremiato ai festival con i suoi cortometraggi) a prendere delle scelte così precise e coerenti per raccontare la sua storia. Ci ha raccontato del Giappone, del pudore orientale e della fotografia asettica di Todd Hido come principali coordinate dalle quali Sironi è partito per costruire l'universo di Sole.
Sironi è un regista che persegue un'idea di cinema pura, necessaria nel nostro panorama culturale. Il suo linguaggio si inserisce perfettamente nel quadro del cinema arthouse internazionale, in quel filone di film che vengono proposti ai festival di tutto il mondo e che negli ultimi anni, visti i cali degli incassi, è stato accusato di essere troppo elitario e distante dai gusti del grande pubblico.
Nell’arco dell’intervista, snocciolando l’argomento trattato nel film, la maternità surrogata, Sironi ribadisce quello che sembra già emergere dalla stessa visione della pellicola, ovvero la mancanza di una presa di posizione da parte dell’autore nei confronti della tematica affrontata. Il film tratta un argomento di grande importanza sociale per poi andare a raccontare una storia intima e universale.
TITOLO | DURATA | ANNO |
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Sole | 100' | 2019 |
Valparaiso | 20 min. | 2016 |
Cargo | 16 min | 2012 |
Sofia | 15 min | 2008 |
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Fotografie di Brando Ghinzelli