NC-103
04.04.2022
A tre anni di distanza dal successo di The Lighthouse, Robert Eggers torna con il tanto atteso terzo film da regista. E lo fa in un modo quantomeno inaspettato, presentandolo in anteprima mondiale al Cinema Troisi di Roma. Anche dopo il fatto, si fa ancora fatica a credere che sia effettivamente successo (tra tutti i giorni possibili per l’evento si è scelto proprio il 1° aprile, una data che fino all’ultimo secondo ha tenuto i presenti in sala con l’ansia che si trattasse soltanto di un grande scherzo). D'altronde da un regista ossessionato con la mitologia è forse giusto aspettarsi un’uscita talmente inverosimile da diventare all’istante leggenda urbana. Il giorno, il film, gli ospiti, il luogo: sembrava tutto pensato per dover sfociare in un’allucinazione collettiva, una serata la cui veridicità sarebbe stata messa in discussione negli anni a venire. Eppure, Eggers era lì, sotto il grande schermo targato Cinema America – accompagnato da Alexander Skarsgård e dall’apparizione a sorpresa di Willem Dafoe – a presentare The Northman di fronte a un pubblico per la prima volta in assoluto.
Il film è un colossal senza mezzi termini, un epico revenge movie radicato nella mitologia scandinava e vichinga che vede come protagonista il principe Amleth (da cui è ispirato anche l’Amleto di Shakespeare). Il cast è talmente stellare da riempire metà della locandina. Eggers è riuscito a convincere persino Björk a tornare a recitare dopo più di vent’anni (l’ultima volta risale alla sua notoria e tormentata esperienza sul set di Dancer in the Dark di Lars von Trier). Nonostante il cambio di marcia, la squadra dietro la cinepresa rimane pressoché la stessa dei due film precedenti (stessi nomi alla fotografia, montaggio, scenografia e costumi). Cambia invece, si suppone per necessità economiche, la casa di produzione; non più A24, bensì una collaborazione tra Regency Enterprises, Focus Pictures e Universal. Il film è costato infatti uno sproposito: i $90 milioni di dollari dichiarati per il budget sono circa venti volte quelli spesi per The Witch e nove volte quelli di The Lighthouse, imponendo questo terzo film come un prodotto che, come ha dichiarato Eggers stesso in sala, si spera vadano a vedere tutti.
È anche vero che, per quanto l’impostazione sia più consona a un blockbuster che al cinema d’autore, The Northman rimane indubbiamente un film di Robert Eggers. Anche questo è stato girato interamente in pellicola e con una sola cinepresa, una follia per un film d’azione di questa portata che, come ha raccontato Skarsgård, ha costretto la troupe a ripetere intere sequenze circa venticinque volte (tanto da rendere la furia di Amleth e quella del suo interprete a tratti difficili da distinguere). Si percepisce un lavoro sulla mitologia e sul linguaggio maniacale, per il quale Eggers si è avvalso del supporto dello scrittore islandese Sjón. Di fronte alla pressione di un budget mastodontico e di una schiera di produttori non noti esattamente per la libertà artistica, l’impressione è che Eggers abbia comunque realizzato il film che aveva in testa.
The Northman potrebbe essere il film sui vichinghi più ambizioso di sempre, o quantomeno questo sembrerebbe essere stato l’obiettivo trainante il progetto. Certo è che per un film cosparso di scene tipo quella in cui Ethan Hawke nudo fa finta di essere un cane per poi dimostrare la propria mascolinità ruttando in faccia a Defoe, qualche dubbio sulla sua capacità di conquistare il botteghino rimane. Più che a un Gladiatore l’ultima fatica di Eggers è facilmente accostabile a Valhalla Rising, o meglio ancora al recente The Green Knight. L’ultimo film di David Lowery, infatti, ci consente di fare un paragone abbastanza diretto, e non solo per le somiglianze narrativo-mitologiche e le ambientazioni epiche. The Green Knight è appunto un prodotto A24, come i primi due film di Eggers, ed è assimilabile a quella categoria di film indipendente ad alto budget capace però di contare su un bacino di pubblico sufficiente a coprire i costi. Prendendosi leggermente meno sul serio e lasciando più spazio alle considerazioni metafisiche del regista, The Green Knight può essere preso come punto di riferimento in una realtà alternativa, in cui Eggers decide di rimanere con l’A24 e fare The Northman con quindici milioni invece di novanta. E forse, per il pubblico che fino ad ora ha seguito i suoi film con un'adorazione da culto, sarebbe stato meglio così.
Ciò che è sicuro è che Robert Eggers si è preso un bel rischio, cercando di attraversare scalzo un fiume di lava. Proprio per questo il verdetto definitivo spetterà al pubblico che andrà a vedere il film in sala e che probabilmente decreterà anche il futuro di Eggers (il quale ha ancora il suo remake di Nosferatu fermo nel limbo della pre-produzione). Per quanto riguarda il Troisi e il pubblico romano, ci si augura che il mito di questa serata venga presto sfatato da eventi simili. E visto l’andazzo, è molto probabile che succeda davvero.
The Northman esce nelle sale italiane il 21 aprile.
NC-103
04.04.2022
A tre anni di distanza dal successo di The Lighthouse, Robert Eggers torna con il tanto atteso terzo film da regista. E lo fa in un modo quantomeno inaspettato, presentandolo in anteprima mondiale al Cinema Troisi di Roma. Anche dopo il fatto, si fa ancora fatica a credere che sia effettivamente successo (tra tutti i giorni possibili per l’evento si è scelto proprio il 1° aprile, una data che fino all’ultimo secondo ha tenuto i presenti in sala con l’ansia che si trattasse soltanto di un grande scherzo). D'altronde da un regista ossessionato con la mitologia è forse giusto aspettarsi un’uscita talmente inverosimile da diventare all’istante leggenda urbana. Il giorno, il film, gli ospiti, il luogo: sembrava tutto pensato per dover sfociare in un’allucinazione collettiva, una serata la cui veridicità sarebbe stata messa in discussione negli anni a venire. Eppure, Eggers era lì, sotto il grande schermo targato Cinema America – accompagnato da Alexander Skarsgård e dall’apparizione a sorpresa di Willem Dafoe – a presentare The Northman di fronte a un pubblico per la prima volta in assoluto.
Il film è un colossal senza mezzi termini, un epico revenge movie radicato nella mitologia scandinava e vichinga che vede come protagonista il principe Amleth (da cui è ispirato anche l’Amleto di Shakespeare). Il cast è talmente stellare da riempire metà della locandina. Eggers è riuscito a convincere persino Björk a tornare a recitare dopo più di vent’anni (l’ultima volta risale alla sua notoria e tormentata esperienza sul set di Dancer in the Dark di Lars von Trier). Nonostante il cambio di marcia, la squadra dietro la cinepresa rimane pressoché la stessa dei due film precedenti (stessi nomi alla fotografia, montaggio, scenografia e costumi). Cambia invece, si suppone per necessità economiche, la casa di produzione; non più A24, bensì una collaborazione tra Regency Enterprises, Focus Pictures e Universal. Il film è costato infatti uno sproposito: i $90 milioni di dollari dichiarati per il budget sono circa venti volte quelli spesi per The Witch e nove volte quelli di The Lighthouse, imponendo questo terzo film come un prodotto che, come ha dichiarato Eggers stesso in sala, si spera vadano a vedere tutti.
È anche vero che, per quanto l’impostazione sia più consona a un blockbuster che al cinema d’autore, The Northman rimane indubbiamente un film di Robert Eggers. Anche questo è stato girato interamente in pellicola e con una sola cinepresa, una follia per un film d’azione di questa portata che, come ha raccontato Skarsgård, ha costretto la troupe a ripetere intere sequenze circa venticinque volte (tanto da rendere la furia di Amleth e quella del suo interprete a tratti difficili da distinguere). Si percepisce un lavoro sulla mitologia e sul linguaggio maniacale, per il quale Eggers si è avvalso del supporto dello scrittore islandese Sjón. Di fronte alla pressione di un budget mastodontico e di una schiera di produttori non noti esattamente per la libertà artistica, l’impressione è che Eggers abbia comunque realizzato il film che aveva in testa.
The Northman potrebbe essere il film sui vichinghi più ambizioso di sempre, o quantomeno questo sembrerebbe essere stato l’obiettivo trainante il progetto. Certo è che per un film cosparso di scene tipo quella in cui Ethan Hawke nudo fa finta di essere un cane per poi dimostrare la propria mascolinità ruttando in faccia a Defoe, qualche dubbio sulla sua capacità di conquistare il botteghino rimane. Più che a un Gladiatore l’ultima fatica di Eggers è facilmente accostabile a Valhalla Rising, o meglio ancora al recente The Green Knight. L’ultimo film di David Lowery, infatti, ci consente di fare un paragone abbastanza diretto, e non solo per le somiglianze narrativo-mitologiche e le ambientazioni epiche. The Green Knight è appunto un prodotto A24, come i primi due film di Eggers, ed è assimilabile a quella categoria di film indipendente ad alto budget capace però di contare su un bacino di pubblico sufficiente a coprire i costi. Prendendosi leggermente meno sul serio e lasciando più spazio alle considerazioni metafisiche del regista, The Green Knight può essere preso come punto di riferimento in una realtà alternativa, in cui Eggers decide di rimanere con l’A24 e fare The Northman con quindici milioni invece di novanta. E forse, per il pubblico che fino ad ora ha seguito i suoi film con un'adorazione da culto, sarebbe stato meglio così.
Ciò che è sicuro è che Robert Eggers si è preso un bel rischio, cercando di attraversare scalzo un fiume di lava. Proprio per questo il verdetto definitivo spetterà al pubblico che andrà a vedere il film in sala e che probabilmente decreterà anche il futuro di Eggers (il quale ha ancora il suo remake di Nosferatu fermo nel limbo della pre-produzione). Per quanto riguarda il Troisi e il pubblico romano, ci si augura che il mito di questa serata venga presto sfatato da eventi simili. E visto l’andazzo, è molto probabile che succeda davvero.
The Northman esce nelle sale italiane il 21 aprile.