

Il paradosso di Ulisse,
recensione di Lorenzo Sartor
RV-124
15.10.2025
Il ticchettio ossessivo di un orologio scandisce il tempo nella vita quotidiana della professoressa Alma Imhoff (Julia Roberts), segnando fin dalla sequenza dโapertura lโincombenza della tempesta che sta per abbattersi su di lei. Se รจ vero, come dice Kathryn Bigelow nel suo ultimo film, che lโOccidente di oggi รจ fragile quanto una casa fatta di dinamite, lโimmagine pubblica che tiene assieme la vita dei tre protagonisti della nuova opera di Luca Guadagnino รจ ancora piรน vulnerabile, pronta a sgretolarsi nel momento in cui il ticchettio dellโorologio si fermerร .ย
Come giร avveniva in Challengers (2024), il triangolo erotico alla base dellโintreccio รจ una dialettica tra dinamiche di potere, uno scontro tra tre vertici che รจ in realtร un confronto tra corpi, tra identitร che desiderano un dominio prima sessuale e poi politico sulle altre due parti. In questo caso la tripartizione dei punti di vista diventa veicolo di uno scontro generazionale, in cui il confronto tra Maggie (Ayo Edibiri), Hank (Andrew Garfield) e Alma si fa manifesto delle tensioni tra tre epoche e delle diverse modalitร con cui agire (o perire) di fronte ai dilemmi della modernitร .ย
Lโevento scatenante che destabilizza le fragili basi del triangolo รจ la denuncia per violenza di Maggie ai danni di Hank, la quale dร inizio a uno scontro mediatico che perseguiterร la stessa Alma, costretta come lo spettatore a decidere quale posizione prendere, compromettendo inevitabilmente la sua immagine e arrivando sia a desiderare che a odiare entrambe le parti della contesa. Lโopera di Guadagnino non vuole perรฒ puntare il dito verso una specifica generazione o imporre una tesi moralizzante sui loro capricci, ma mettere in discussione il manicheismo con cui noi stessi spettatori ci poniamo di fronte alle polemiche e alle dinamiche mediatiche, sottraendo dalla narrazione gli elementi di certezza e dando maggiore spazio a quelli di ambiguitร .ย
Negli ultimi anni diverse opere si sono confrontate con le dinamiche dei processi mediatici dellโepoca post-Me Too, arrivando a conclusioni spesso contraddittorie: Dream Scenario (Borgli, 2023) proseguiva la scia giร tracciata un decennio prima da The Hunt (Vinterberg, 2012), mettendo al centro della โcaccia alle stregheโ una vittima innocente delle paranoie della contemporaneitร e riducendo le motivazioni della parte offesa allโossessione generazionale verso il trauma; invece, pur condannando lo strumento del linciaggio mediatico, la mini-serie Apple Disclaimer (Cuarรณn, 2024) seguiva la linea del ribaltamento dei ruoli tradizionali del binomio preda-predatore (come fecero nel 2016 pure Charlie Brooker e William Bridges nellโepisodio Shut up and dance della terza stagione di Black Mirror), costruendo nei primi sei episodi una storia di finzione che nellโepilogo veniva contraddetta dal punto di vista della vittima veritiera della vicenda.
Il limite massimo di queste operazioni non risiede nellโintenzione di mettere in discussione il sistema di valori dellโOccidente del XXI secolo, ma nellโatto di sostituirlo con unโaltra forma di binarismo, il quale, pur ribaltando i ruoli tradizionali con cui guardiamo ai processi di โcancellazioneโ, inevitabilmente continuano ad assegnare ruoli ben definiti e nettamente separati a vittime e carnefici, alimentando cosรฌ il desiderio umano di una risoluzione, di una vittoria del bene sul male che permetta di arrivare a una veritร assoluta.ย
Il film di Guadagnino in tal senso ha molto piรน a che vedere con il rifiuto del manicheismo che potevamo trovare in Tar (Field, 2022), con cui condivide non solo la luciditร riguardo i cortocircuiti dellโattualitร , ma pure la visione riguardo lโineluttabilitร del dominio che il tempo esercita sulle sue protagoniste. Come in Tar lโesibizione calcolata con cui Lydia (Cate Blanchett) dirige la sua orchestra era segnata dal battito di un metronomo, qui il ticchettio dellโorologio scandisce il potere esercitato da Alma sulla sua vita. Man mano che le due protagoniste perdono il controllo del tempo, le fragili strutture su cui hanno basato la propria autoritร cominciano a infrangersi e afferrare la veritร di quanto sta accadendo loro diventa sempre piรน complesso.ย
Il triangolo che si crea tra Lydia, la sua nuova studentessa Olga (Sophie Kauer) e il fantasma dellโallieva scomparsa Krista (Sylvia Flote) ha anchโesso alla base lโimpossibilitร di far coincidere una posizione di autoritร con le pulsioni del desiderio, esattamente come Alma esercita un potere sui suoi due pupilli, ma รจ anche succube dellโattrazione che prova verso di loro. Calata la maschera dellโautoritร , Alma perde la propria posizione di potere e il ticchettio dellโorologio comincia a sovrastare i pensieri del personaggio, rivelando la sua incapacitร di controllare il tempo e di raggiungere una veritร assoluta.ย
Mentre il tempo diventa impossibile da governare, lโunico potere che sembra rimanere ai personaggi diventa quello dello sguardo, come afferma Guadagnino stesso citando in una sequenza i regimi scopici di Foucault e il Panopticon. In una societร dellโimmagine, in cui siamo sempre soggetti/oggetti dello sguardo altrui, la dialettica tra guardare ed essere guardati diventa lโunica forma di potere raggiungibile e il cineasta la esibisce nel rapporto di sorveglianza che viene esercitato tra il singolo e la collettivitร , nellโimpossibilitร ultima di scindere immagine pubblica e vita privata.ย
Ma i regimi scopici agiscono anche nei confronti diretti tra i tre protagonisti, dato che i dialoghi in cui i personaggi cercano di affermare la propria veritร su Alma sono interamente girati con soggettive, in campi-controcampi che esibiscono lo statuto effimero del punto di vista. Se il singolo sguardo esercita un potere arbitrario e si impone sulla veritร creduta dallo spettatore, allora non puรฒ esistere un fatto oggettivo a cui credere, ma solo un regime di punti di vista che, di volta in volta, assumono autoritร sugli altri.
Lo scontro tra regimi verbali e non verbali viene definito registicamente anche da sequenze come quella della cena a casa di Alma e di suo marito Frederik (Michael Stuhlbarg), in cui parallelamente al dialogo tra insegnante e allieva scorrono altri due confronti: quello psico-sessuale tra Maggie e Alma (suggerito dagli stacchi di montaggio sui gesti contradditori delle loro mani) e quello tra Frederik e le due donne, che tentano di parlare mentre lโuomo le disturba creando rumore, svelando lo scontro reale che sta dietro il dialogo-pretesto.
Lโesperienza di Alma, disorientata di fronte allโincapacitร di raggiungere una veritร definita, replica quella dello spettatore - impossibilitato a prendere una posizione rispetto al conflitto centrale dellโopera - e non trova risoluzione se non in un altro riferimento filosofico citato nel film, ovvero il paradosso di Ulisse.ย Travestito da mendicante mentre รจ ospite alla corte dei Feaci, Ulisse ascolta dal cantore cieco Demodoco il racconto delle proprie imprese e si commuove, prendendo solo in quel momento consapevolezza del significato della sua avventura. Egli puรฒ cosรฌ togliersi il mantello e rivelarsi al re Alcinoo, essendosi finalmente riconosciuto nella storia vissuta.
Come ricorda Hannah Arendt, solo una volta che la storia viene raccontata/rappresentata essa puรฒ farsi racconto, svelare la sua veritร piรน profonda e agire come strumento di riconoscimento di sรฉ.ย Di fronte alla labilitร della veritร nel mondo moderno, Maggie ed Hank sono come Ulisse (nascosti dietro il mantello dellโimmagine pubblica) e cercano in Alma la voce del cieco Demodoco che possa affermare la loro veritร come superiore alle altre, riconoscendo cosรฌ se stessi nellโaffermazione della loro storia. Allo stesso modo lโincapacitร di Alma di comprendere il contemporaneo deriva da un mancato riconoscimento della propria storia, di quel passato in cui si รจ convinta di aver avuto il ruolo di carnefice e non di vittima.ย
Solo una volta che il marito Frederik le legge lโarticolo in cui รจ raccontato il suo trauma, Alma puรฒ togliersi la maschera da carnefice che ha indossato fino a quel momento e riconoscere se stessa nel racconto.ย
Infine Guadagnino, che avrebbe potuto porre un punto esclamativo alla storia assieme alla conclusione dellโarco della protagonista, decide invece di palesarsi nella coda finale dellโopera come narratore del racconto, svelando la natura finzionale del film, dando cosรฌ anche allo spettatore-Ulisse la possibilitร di abbandonare le maschere e i ruoli dettati dalla contemporaneitร .ย
Dopo la caccia, la realtร si fa cinema e dopo essere stato rielaborato e messo in scena, il Contemporaneo diventa Storia.

Il paradosso di Ulisse,
recensione di Lorenzo Sartor
RV-124
15.10.2025
Il ticchettio ossessivo di un orologio scandisce il tempo nella vita quotidiana della professoressa Alma Imhoff (Julia Roberts), segnando fin dalla sequenza dโapertura lโincombenza della tempesta che sta per abbattersi su di lei. Se รจ vero, come dice Kathryn Bigelow nel suo ultimo film, che lโOccidente di oggi รจ fragile quanto una casa fatta di dinamite, lโimmagine pubblica che tiene assieme la vita dei tre protagonisti della nuova opera di Luca Guadagnino รจ ancora piรน vulnerabile, pronta a sgretolarsi nel momento in cui il ticchettio dellโorologio si fermerร .ย
Come giร avveniva in Challengers (2024), il triangolo erotico alla base dellโintreccio รจ una dialettica tra dinamiche di potere, uno scontro tra tre vertici che รจ in realtร un confronto tra corpi, tra identitร che desiderano un dominio prima sessuale e poi politico sulle altre due parti. In questo caso la tripartizione dei punti di vista diventa veicolo di uno scontro generazionale, in cui il confronto tra Maggie (Ayo Edibiri), Hank (Andrew Garfield) e Alma si fa manifesto delle tensioni tra tre epoche e delle diverse modalitร con cui agire (o perire) di fronte ai dilemmi della modernitร .ย
Lโevento scatenante che destabilizza le fragili basi del triangolo รจ la denuncia per violenza di Maggie ai danni di Hank, la quale dร inizio a uno scontro mediatico che perseguiterร la stessa Alma, costretta come lo spettatore a decidere quale posizione prendere, compromettendo inevitabilmente la sua immagine e arrivando sia a desiderare che a odiare entrambe le parti della contesa. Lโopera di Guadagnino non vuole perรฒ puntare il dito verso una specifica generazione o imporre una tesi moralizzante sui loro capricci, ma mettere in discussione il manicheismo con cui noi stessi spettatori ci poniamo di fronte alle polemiche e alle dinamiche mediatiche, sottraendo dalla narrazione gli elementi di certezza e dando maggiore spazio a quelli di ambiguitร .ย
Negli ultimi anni diverse opere si sono confrontate con le dinamiche dei processi mediatici dellโepoca post-Me Too, arrivando a conclusioni spesso contraddittorie: Dream Scenario (Borgli, 2023) proseguiva la scia giร tracciata un decennio prima da The Hunt (Vinterberg, 2012), mettendo al centro della โcaccia alle stregheโ una vittima innocente delle paranoie della contemporaneitร e riducendo le motivazioni della parte offesa allโossessione generazionale verso il trauma; invece, pur condannando lo strumento del linciaggio mediatico, la mini-serie Apple Disclaimer (Cuarรณn, 2024) seguiva la linea del ribaltamento dei ruoli tradizionali del binomio preda-predatore (come fecero nel 2016 pure Charlie Brooker e William Bridges nellโepisodio Shut up and dance della terza stagione di Black Mirror), costruendo nei primi sei episodi una storia di finzione che nellโepilogo veniva contraddetta dal punto di vista della vittima veritiera della vicenda.
Il limite massimo di queste operazioni non risiede nellโintenzione di mettere in discussione il sistema di valori dellโOccidente del XXI secolo, ma nellโatto di sostituirlo con unโaltra forma di binarismo, il quale, pur ribaltando i ruoli tradizionali con cui guardiamo ai processi di โcancellazioneโ, inevitabilmente continuano ad assegnare ruoli ben definiti e nettamente separati a vittime e carnefici, alimentando cosรฌ il desiderio umano di una risoluzione, di una vittoria del bene sul male che permetta di arrivare a una veritร assoluta.ย
Il film di Guadagnino in tal senso ha molto piรน a che vedere con il rifiuto del manicheismo che potevamo trovare in Tar (Field, 2022), con cui condivide non solo la luciditร riguardo i cortocircuiti dellโattualitร , ma pure la visione riguardo lโineluttabilitร del dominio che il tempo esercita sulle sue protagoniste. Come in Tar lโesibizione calcolata con cui Lydia (Cate Blanchett) dirige la sua orchestra era segnata dal battito di un metronomo, qui il ticchettio dellโorologio scandisce il potere esercitato da Alma sulla sua vita. Man mano che le due protagoniste perdono il controllo del tempo, le fragili strutture su cui hanno basato la propria autoritร cominciano a infrangersi e afferrare la veritร di quanto sta accadendo loro diventa sempre piรน complesso.ย
Il triangolo che si crea tra Lydia, la sua nuova studentessa Olga (Sophie Kauer) e il fantasma dellโallieva scomparsa Krista (Sylvia Flote) ha anchโesso alla base lโimpossibilitร di far coincidere una posizione di autoritร con le pulsioni del desiderio, esattamente come Alma esercita un potere sui suoi due pupilli, ma รจ anche succube dellโattrazione che prova verso di loro. Calata la maschera dellโautoritร , Alma perde la propria posizione di potere e il ticchettio dellโorologio comincia a sovrastare i pensieri del personaggio, rivelando la sua incapacitร di controllare il tempo e di raggiungere una veritร assoluta.ย
Mentre il tempo diventa impossibile da governare, lโunico potere che sembra rimanere ai personaggi diventa quello dello sguardo, come afferma Guadagnino stesso citando in una sequenza i regimi scopici di Foucault e il Panopticon. In una societร dellโimmagine, in cui siamo sempre soggetti/oggetti dello sguardo altrui, la dialettica tra guardare ed essere guardati diventa lโunica forma di potere raggiungibile e il cineasta la esibisce nel rapporto di sorveglianza che viene esercitato tra il singolo e la collettivitร , nellโimpossibilitร ultima di scindere immagine pubblica e vita privata.ย
Ma i regimi scopici agiscono anche nei confronti diretti tra i tre protagonisti, dato che i dialoghi in cui i personaggi cercano di affermare la propria veritร su Alma sono interamente girati con soggettive, in campi-controcampi che esibiscono lo statuto effimero del punto di vista. Se il singolo sguardo esercita un potere arbitrario e si impone sulla veritร creduta dallo spettatore, allora non puรฒ esistere un fatto oggettivo a cui credere, ma solo un regime di punti di vista che, di volta in volta, assumono autoritร sugli altri.
Lo scontro tra regimi verbali e non verbali viene definito registicamente anche da sequenze come quella della cena a casa di Alma e di suo marito Frederik (Michael Stuhlbarg), in cui parallelamente al dialogo tra insegnante e allieva scorrono altri due confronti: quello psico-sessuale tra Maggie e Alma (suggerito dagli stacchi di montaggio sui gesti contradditori delle loro mani) e quello tra Frederik e le due donne, che tentano di parlare mentre lโuomo le disturba creando rumore, svelando lo scontro reale che sta dietro il dialogo-pretesto.
Lโesperienza di Alma, disorientata di fronte allโincapacitร di raggiungere una veritร definita, replica quella dello spettatore - impossibilitato a prendere una posizione rispetto al conflitto centrale dellโopera - e non trova risoluzione se non in un altro riferimento filosofico citato nel film, ovvero il paradosso di Ulisse.ย Travestito da mendicante mentre รจ ospite alla corte dei Feaci, Ulisse ascolta dal cantore cieco Demodoco il racconto delle proprie imprese e si commuove, prendendo solo in quel momento consapevolezza del significato della sua avventura. Egli puรฒ cosรฌ togliersi il mantello e rivelarsi al re Alcinoo, essendosi finalmente riconosciuto nella storia vissuta.
Come ricorda Hannah Arendt, solo una volta che la storia viene raccontata/rappresentata essa puรฒ farsi racconto, svelare la sua veritร piรน profonda e agire come strumento di riconoscimento di sรฉ.ย Di fronte alla labilitร della veritร nel mondo moderno, Maggie ed Hank sono come Ulisse (nascosti dietro il mantello dellโimmagine pubblica) e cercano in Alma la voce del cieco Demodoco che possa affermare la loro veritร come superiore alle altre, riconoscendo cosรฌ se stessi nellโaffermazione della loro storia. Allo stesso modo lโincapacitร di Alma di comprendere il contemporaneo deriva da un mancato riconoscimento della propria storia, di quel passato in cui si รจ convinta di aver avuto il ruolo di carnefice e non di vittima.ย
Solo una volta che il marito Frederik le legge lโarticolo in cui รจ raccontato il suo trauma, Alma puรฒ togliersi la maschera da carnefice che ha indossato fino a quel momento e riconoscere se stessa nel racconto.ย
Infine Guadagnino, che avrebbe potuto porre un punto esclamativo alla storia assieme alla conclusione dellโarco della protagonista, decide invece di palesarsi nella coda finale dellโopera come narratore del racconto, svelando la natura finzionale del film, dando cosรฌ anche allo spettatore-Ulisse la possibilitร di abbandonare le maschere e i ruoli dettati dalla contemporaneitร .ย
Dopo la caccia, la realtร si fa cinema e dopo essere stato rielaborato e messo in scena, il Contemporaneo diventa Storia.